
ALESSANDRIA - Fra le
parole chiave utilizzate dal
sindaco Rita Rossa nella
precipitosa smentita all'articolo da noi pubblicato sabato, nel quale si riportavano
cifre e dichiarazioni fatte durante una commissione consiliare (che confermiamo, sebbene si tratti, per ora, di un'ipotesi remota ndr) una spiccava su tutte:
trasparenza.
Dal Comune
si chiede ai giornali di
svolgere il proprio lavoro in maniera rigorosa, senza alimentare ingiustificati allarmismi. Pensando di
proseguire esattamente lungo il solco di una corretta e completa informazione, che deve
dare tutti gli elementi possibili ai cittadini (come lavoratori e come elettori) per fare le proprie scelte con consapevolezza, torniamo volentieri sul tema, per approfondire il delicato problema finanziario emerso venerdì in commissione. Se la città di Alessandria ha imparato una lezione importante, è probabilmente che
monitorare per tempo le situazioni delicate è nell'interesse di tutti, così che le stesse non rischino di precipitare cogliendo molti di sorpresa.
L'ipotesi di pre dissesto, per quanto al momento non imminente, non può essere scartata a priori, e
se probabilmente verrà scongiurata lo sarà comunque
a danno di qualcuno, chiamato ancora una volta a
pagare per colpe non sue.

"Il pre dissesto, tecnicamente,
si avrebbe se il Comune non fosse in grado di pagare i propri creditori - precisa
l'assessore al Bilancio Giorgio Abonante - e ad oggi
non ci troviamo assolutamente in questa condizione, né siamo in condizione di trovarcisi nel prossimo futuro. E' vero che facciamo fatica a pagare i nostri fornitori,
e lo facciamo in ritardo, ma non siamo insolventi. Un conto è ammettere che
il nostro bilancio non è ancora a posto, perché
abbiamo ancora importanti problemi a riscuotere le imposte che i cittadini dovrebbero versare, un altro è parlare di un rischio concreto di pre dissesto. La situazione è
monitorata e al momento questo non è uno scenario contemplabile. I 40 milioni circa che l’Osl potrebbe restituire
non hanno nulla a che vedere con le dinamiche di bilancio del Comune se non per la riduzione dell’indebitamento nel caso in cui l’Osl restituisse i 40 milioni avuti dal Comune attraverso mutuo. Il percorso iniziato venerdì in Commissione e, soprattutto, il Decreto Ministeriale oggetto del dibattito di questi giorni dimostrano come il dissesto fosse nei fatti e fotografano il rigore e la trasparenza nell’affrontarlo, voluti dall’attuale maggioranza".
Sulla necessità da parte del Comune di
tranquillizzare fornitori, creditori e banche non ci sono ovviamente dubbi, così come il fatto che quello di un nuovo default
sia solamente uno degli scenari possibili, e
al momento non il più probabile (ma già nell'articolo di sabato non abbiamo in realtà scritto nulla di diverso ndr).
Il punto è:
a che prezzo il Comune pensa di far fronte alla richiesta del Ministero che vuole indietro 39,8 milioni di euro? E
chi rischia di pagare questa decisione?
La
strategia che il Comune intende adottare la spiega proprio l'assessore al Bilancio, Giorgio Abonante: "i conti al momento
sono sotto controllo. Abbiamo
già accantonato circa metà di quanto ci viene richiesto indietro dal Ministero (più o meno 14 milioni di euro, messi da parte dagli ultimi bilanci), mentre per coprire l'intera somma abbiamo diverse possibilità".
La prima è quella di non restituire ai creditori che non hanno accettato la transazione con l'Osl l'intera somma dovuta. "E' scontato per noi che con loro si vada a un accordo di transazione al ribasso".
Un'altra possibilità è quella di
chiedere al Ministero la possibilità di utilizzare, almeno per ora, i
quasi 40 milioni che l'Osl ha indiviuato come
somma da restituire, chiedendo di fatto "un differimento nella riconsegna dei fondi a Roma".

La prima ipotesi, proprio in nome della trasparenza,
probabilmente non farà piacere a quelle realtà che si sono
trovate impossibilitate ad accettare una transazione con l'Osl, che voleva dire
ricevere subito circa il 40% di quanto avrebbero dovuto ottenere,
rinunciando al resto.
E' il caso, per esempio, del
Cissaca, il consorzio dei servizi socio assistenziali del Comune, che da subito
si era dichiarato indisponibile alla transazione, semplicemente perché: "
ogni centesimo ci serve per portare avanti le attività del nostro Ente di assistenza, che già ha subito tagli e ritardi nelle erogazioni tali da metterci in ginocchio - come dichiarato all'epoca - I soldi ci servono per
pagare i nostri fornitori e il personale che lavora con noi, oltre che per
portare avanti le attività che svolgiamo a sostegno delle persone con disabilità, degli anziani, di chi si trova in una situazione d'indigenza".
Ora il Comune sta sostanzialmente dicendo che
farà il possibile per non restituire quanto dovuto (e quanto la legge prevede), ma proporrà una seconda transazione al ribasso a chi
già in passato ha dichiarato di non poter accettare questa offerta.
Nel precisare la situazione del Comune l'assessore Abonante ricorda
di chi sia la colpa per la situazione attuale,
fotografata, dati alla mano, nell'articolo di sabato, e per la quale
Palazzo Rosso sta cercando in questi anni di porre una grande toppa, non senza le difficoltà che vi stiamo raccontando.