Il primo è una notizia che ha fatto un po’ discutere (e sorridere) qualche giorno fa: l’ASCOM di Alessandria, in collaborazione con la gemellata di Siracusa, invitano gli associati ad una cinque giorni alla scoperta di Tokyo per individuare nuove opportunità di business e qualche spunto per innovare il nostro sistema locale del commercio. Mi permetto brevemente, da semplice ma recente turista nella capitale nipponica, di allertare coloro si aggregheranno al tour: dovrete essere straordinariamente preparati per portare a casa qualche spunto o qualche contatto d’affari reale. La cultura (anche quella dei consumi) di una città come Tokyo è quanto di più distante possa esistere da quella di città italiane di medie/piccole dimensioni come le nostre. Il sistema alessandrino del commercio (qualora esistesse, in quanto sistema unitario) dovrà partire corazzato e unito per cogliere anche solo la minima informazione o opportunità. I giapponesi fanno le cose in grande e volano, non fosse altro per la possibilità di contare su un mercato “cittadino” da 15 milioni di cittadini/consumatori perfettamente coordinati. Insomma, in bocca al lupo e buono studio, da qui al 10 giugno, per i nostri commercianti. Forse Piacenza o Lione sarebbero state più semplici come mete ma vogliamo comunque lodare lo spirito ed essere ottimisti: 幸運!
Quasi tutti i gemellaggi alessandrini nel mondo sono trascurati, quando non finti. Una banalità: se i gemelli si incontrano casualmente nell’utero materno, i gemellaggi tra città li si cerca in età adulta. Ma come? Probabilmente avvicinandoci a città simili alla nostra, con le quali condividere qualche problema, qualche opportunità o anche “solo” una visione. Se così è, come mai non è una priorità quella di coltivare la relazione con i nostri gemellini? Li abbiamo scelti male all’inizio? Non sappiamo più bene cosa chiedere loro perchè è molto che non ci si frequenta? Il Sindaco Cuttica promette di rivitalizzare i gemellaggi in occasione dell’850esimo compleanno di Alessandria. Bene. Alcuni spunti, spero utili se dovessimo mai cercare nuove partnership internazionali: cerchiamoli con città occidentali di circa 100mila abitanti, una popolazione molto anziana, un’industria ormai in fuga, un terziario poco innovativo, un insediamento universitario mal valorizzato o un colosso storico-architettonico alla ricerca di idee e fondi... Magari, con l'aiuto dei gemelli, ne veniamo a capo di una.
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